Maternità per lavoratrici autonome: ecco come funziona
Le lavoratrici e in alcuni casi particolari anche i lavoratori autonomi, possono avere accesso ad un'importante indennità economica durante il periodo di tutela legale comunemente detto di "maternità o paternità". Il portale dell'Inps chiarisce in modo chiaro prima di tutte le categorie di lavoratrici autonome che possono aver accesso a questa condizione:
- artigiani;
- commercianti;
- lavoratori o imprenditori agricoli;
- pescatori autonomi.
Un requisito fondamentale perché una lavoratrice autonoma abbia accesso alla maternità è l'essere perfettamente in regola con il versamento dei contributi (anche nei mesi relativi alla maternità). Vediamo allora nel dettaglio le condizioni di questo importante sussidio. In questo caso ci riferiamo al sussidio previsto da chi versa i propri contributi all'INPS. Altre tipologie di maternità sono poi previste per lavoratrici iscritti ad albi professionali e ad altre casse previdenziali private.
Maternità autonomi informazioni generali
L'indennità viene riconosciuta per un periodo che parte da due mesi prima del parto e si conclude tre mesi dopo. Il sussidio ha quindi una durata di cinque mesi. La maternità per la donna lavoratrice autonoma spetta anche in caso di adozione o di affidamento di un minore, per i 5 mesi successivi al suo arrivo in famiglia (art 26 del TU). Se invece si tratta di un affidamento non preadottivo, l'indennità ha una durata di tre mesi e deve essere fruita entro cinque mesi dall'arrivo del minore.
Questa indennità ha la particolarità di non prevedere la necessaria astensione dal lavoro, come invece accade per i dipendenti. Nel caso in cui la maternità venisse interrotta dopo il terzo mese di gravidanza, la lavoratrice autonoma avrebbe comunque diritto ad un'indennità di trenta giorni.
Quando viene riconosciuta la paternità al lavoratore autonomo uomo
L'indennità di paternità viene riconosciuta al lavoratore autonomo uomo, in caso di:
- morte o grave infermità della madre;
- abbandono o mancato riconoscimento da parte della madre;
- affidamento del figlio al padre con provvedimento di un tribunale (art 155 bis del codice civile).
Il periodo di paternità spettante al lavoratore autonomo ha sempre la durata della maternità non goduta dalla madre. Di conseguenza può avere una durata di cinque o di tre mesi, secondo la casistica riportata in precedenza. Questa tipologia di indennità di paternità viene versata dall'INPS mediante bonifico bancario presso un conto corrente bancario o postale.L'eventuale grave infermità della madre dovrà essere dimostrata con apposita certificazione sanitaria da presentare in busta chiusa al legale dell'INPS.
Quanto spetta di maternità o paternità e quando decade il diritto
I periodi indennizzabili come maternità (o paternità) INPS la lavoratrice autonoma ha diritto a percepire un'indennità pari all'80% della retribuzione giornaliera stabilita per legge a seconda della tipologia di attività svolta. Se non fruito il diritto alla maternità o alla paternità decade dopo un anno dalla fine del periodo indennizzabile. La prescrizione del diritto può essere interrotta tramite una domanda scritta all'INPS.
Requisiti e presentazione della domanda
Oltre ad essere in regola con il versamento dei contributi INPS l'indennità può essere richiesta se la lavoratrice o il lavoratore hanno intrapreso l'attività lavorativa prima del periodo di maternità. Nel caso in cui la maternità fosse precedente all'inizio dell'attività lavorativa, il sussidio spetterebbe solo per il periodo successivo all'inizio dell'attività.
La domanda deve essere trasmessa dalle lavoratrici autonome a parto avvenuto, online tramite il portale INPS con il servizio appositamente dedicato. La domanda deve essere compilata in ogni sua parte, con tutte le informazioni del caso, allegando i documenti richiesti.
In alternativa la domanda può essere presentata anche telefonicamente, tramite contact center al numero 803164 (con chiamata gratuita da rete fissa) o al 06164164 (a pagamento da rete mobile). Infine la domanda può essere presentata anche tramite un CAF, o un qualsiasi patronato, con la consapevolezza che questo può comportare il versamento di una percentuale sull'indennità ottenuta.