Aprire un b&b con o senza partita iva: alcune informazioni fondamentali
Quando una persona decide di lanciarsi nella creazione di un B&B a conduzione familiare la domanda iniziale è sempre la stessa: "serve la partita Iva?".Vediamo di fare un po' di chiarezza sull'argomento. In generale un'attività di questo tipo produce sempre un reddito che è dato dalla somma delle ricevute rilasciate, a cui devono poi essere sottratte le spese di gestione (sempre documentate con fatture e non con semplici scontrini).
Purtroppo però non è facile rispondere in modo unico e semplice a questa domanda. Questo perché vi sono delle differenze su base regionale. In alcune Regioni è possibile aprire un B&B senza partita iva, in altre no perché questa attività è considerata d'impresa.
B&B con o senza partita Iva
Se si desidera aprire un B&B senza però disporre di partita Iva il primo passo da compiere è quello di fare delle ricerche approfondite all'interne delle specifiche normative regionali. Le Regioni che permettono di gestire queste strutture senza partita Iva stabiliscono però due requisiti fondamentali:
- le prestazioni devono avere una cadenza saltuaria;
- non vi deve essere un sistema organizzato d'impresa;
- i proventi devono essere inclusi nel calcolo dell'IRPEF sotto la voce "redditi diversi".
Per essere svolta senza partita Iva si deve cioè trattare di un'attività secondaria, che non rappresenti la principale fonte di reddito di una persona. Deve solitamente avere un quantitativo di stanze inferiore al massimo consentito dalla normativa regionale e con carattere temporale di discontinuità.
Ogni somma incassata deve poi essere sempre accompagnata dal rilascio di una ricevuta, indicante il numero progressivo della ricevuta e sulla quale deve essere apposta una marca da bollo da 2 euro (su tutti gli importi superiori a 77,47 euro).
B&B con partita Iva
La partita Iva diventa invece obbligatoria per gestire un B&B quando espressamente previsto dalla normativa regionale e quando l'attività viene esercitata con regolarità e professionalità in modo continuativo. Ovvero se vi è un utilizzo sistematico della proprietà per fini commerciali. Alcune Regioni prevedono anche un indicatore numerico al riguardo, ad esempio l'Emilia Romagna prevede l'obbligo di partita iva se la proprietà viene occupata per la metà dei giorni più uno.
Serve obbligatoriamente la partita iva anche se nella struttura è presente anche uno soltanto dei seguenti elementi:
- se viene superato un fatturato annuo stabilito dalla normativa Regionale;
- reception;
- se vengono offerti servizi aggiuntivi come ristorazione, escursioni o colazione;
- personale impiegato come forza lavoro;
- se si tratta di una proprietà in cui il proprietario non ha la residenza o il domicilio di fatto;
- se il proprietario dispone di un numero di camere maggiore dal massimo stabilito dalla normativa regionale;
- utilizzo sistematico delle lavanderie private.
Di conseguenza non è facile stabilire se e quando un B&B deve avere la partita Iva per essere in regolare. In linea generale è sempre consigliabile avvalersi di una consulenza fiscale di un professionista del settore per riceve informazioni in merito e consultare accuratamente la normativa della propria Regione di appartenenza.
Un B&B che lavora con booking deve avere la partita Iva?
Resta una domanda: solo un B&B con partita Iva può avvalersi di Booking o AirBnB? Anche in questo caso purtroppo la risposta non è delle più semplici. Questi portali legalmente operano come delle agenzie, di conseguenza sono soltanto un tramite tra il cliente e la struttura. Nel caso di una struttura, come un Hotel o un B&B, con partita Iva questa situazione viene sanata dalla normale gestione dell'attività professionale.
Recentemente una sentenza ha stabilito però che il versamento dell'Iva resta sempre obbligatorio. Stabilendo inoltre che nel caso in cui una struttura non abbia la partita Iva dovrebbero essere i portali a versarla. Per quanto riguarda Booking la questione rimane al momento aperta e complessa, mentre Air B&B ha recentemente specificato che ogni aderente deve preoccuparsi di gestire autonomamente la tassazione prevista dallo Stato di appartenenza e che il pagamento di una commissione al portale non esclude dal pagamento dell'Iva.